La bilancia
La bilancia, 1961
Uno degli scherzi di Brajo Fuso agli ospiti amici è una vecchia bilancia che chiede al visitatore di testare la sua attendibilità. Ma non si tratta di una bilancia qualsiasi, così come niente al Fuseum è ciò che sembra. A chi avrà l’ardire di salirci sopra, questo oggetto riserverà una sorpresa, a testimonianza delle molteplici bizzarrie presenti nel parco.
La cocciaia
La cocciaia
Le forme geometriche si alternano alla pratica dell’assemblage. Le opere dell’ultima stagione di Brajo Fuso sembrano alludere al destino cui nessuno può sottrarsi. Le bare rappresentano una sorta di richiamo alla morte e a uno spazio geometrico finale nel quale il corpo è destinato a giacere. Forse qualcosa di profetico per l’artista, che scomparve in quello stesso 1980.
Sottopasso poetico
Sottopasso poetico
Attraversare il sottopasso significa fare un viaggio nel mondo letterario di Brajo Fuso. Brani di testi tratti dai suoi racconti rivelano la sua fervida fantasia e la capacità di immaginare territori fantastici, personaggi allegorici e realtà fiabesche, delle quali il Fuseum è la concreta manifestazione.
Dettaglio Cocciaia
Dettaglio Cocciaia
In certi casi la pavimentazione del Fuseum va oltre gli inserti di pietra o ceramica e presenta elementi di recupero come rottami di automobili, radiatori e una varietà di oggetti in metallo. In questo caso si tratta di una mascherina appartenuta a una vecchia automobile. La sua lucentezza metallica esalta il valore geometrico e il ritmo delle forme.
Figuratività della materia
Figuratività della materia
Al Fuseum anche le pareti delle strutture abitative diventano luoghi per l’arte. Qui Brajo Fuso dipinge e applica le sue materie di recupero, alternando figure umane a segni geometrici. Un lavoro che manifesta vitalità creativa e assenza di barriere stilistiche.
La corsa (dalla serie Gli Olimpionici)
La corsa (dalla serie Gli Olimpionici), 1960
I lavori per la costruzione del Fuseum iniziano nel 1960, lo stesso anno delle Olimpiadi di Roma; da questo evento, Brajo Fuso trae spunto per realizzare il ciclo degli Olimpionici. Queste sculture in cemento circondano il nucleo originario del parco e segnano l’ingresso della Brajta, la piccola casa in cui Brajo e sua moglie Bettina soggiornavano per brevi periodi estivi, alternando la propria residenza tra il centro di Perugia e Montemalbe.