Lavorare per la pace

Lavorare per la pace

Lavorare per la pace

Elementi corporali, come mani, braccia e teste, si alternano ad altri artificiali, tra cui tubi, lamine e parti di automobili, in una scultura che esprime un forte desiderio di giocosità. Le posture di questi corpi, alle prese con giravolte aeree, portano il visitatore a immergersi nella magia di un mondo fanciullesco e libero dall’orrore della guerra.

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Custode

Custode

Custode, 1960

Basta un po’ di rete e del cemento per delineare figure umane. L’artista ci invita a sedere accanto alla statua, in uno spazio sospeso tra realtà e immaginazione, lasciando a ogni persona la facoltà di immedesimarsi nell’opera.

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Carriola

Carriola

Carriola

Un’umile carriola diventa scultura. Vista di profilo riconosciamo una silhouette composta da una testa, un corpo prominente, delle braccia e gambe. La fantasia di Brajo Fuso non ha limiti e dimostra in questo caso l’innata capacità di personificare gli oggetti.

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Cancello nero

Cancello nero

Cancello nero, 1964

L’ingresso secondario del Fuseum è caratterizzato da un cancello nero in ferro con forme regolari. Si tratta di un richiamo alla stagione più razionale di Brajo Fuso, quella dei Legni, in cui l’artista alterna la sua tradizionale vena creativa, libera e disinvolta, a una regolarità geometrica più rigorosa.

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Cancello giallo

Cancello giallo

Cancello giallo, 1962

Al Fuseum si entra in un mondo di arte e sogno. Il cancello del viale d’ingresso fu progettato da Brajo Fuso nel 1963, insieme alla cinta muraria che ingloba i rottami tra i più svariati tra pietre e cemento. Tutto è gioia, forme libere e colori, immerso nella bellezza di un bosco di lecci dove nulla è come sembra.

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Antropomorfi

Antropomorfi

Antropomorfi, 1964

Vecchi serbatoi di moto diventano il pretesto per inscenare un’orchestra di fiati. L’immaginario creativo di Brajo Fuso spinge il visitatore a immedesimarsi nelle scene, che a volte si trasformano in teatro d’improvvisazione e vitalità artistica.

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