L’era dello spazio
Arriva una tappa fondamentale per la storia dell’uomo: la conquista dello spazio. In arte, lo Spazialismo di Lucio Fontana rappresenta il mistero nascosto dietro ai tagli sulla tela ed espressione della possibilità di immaginare. Dedica i suoi manifesti agli scienziati, come segnale di un tempo in cui la scienza (e non più la letteratura) determina lo sviluppo umano. Fontana aveva esposto a fine anni ’30 con i Futuristi; il suo Spazialismo guarda alla modernità in un’ottica che si rivela molto centrata in questi anni.
Brajo Fuso interpreta l’era cosmica, rappresentando la Luna e i satelliti. Non è il solo; molti artisti sono affascinati da questa rivoluzione. Giulio Turcato realizza superfici lunari, Mario Schifano, più tardi, realizzerà la serie In diretta dalla Luna; alcuni Futuristi ancora attivi tornano a immaginare gli elementi spaziali: Alessandro Bruschetti inventa la Purilumetria, Leandra Angelucci dipinge dischi volanti, Sante Monachesi crea Agrà (contrazione di agravità).
In assenza di gravità si galleggia in una dimensione pacifica e silenziosa; quella stessa pace che avrebbe dovuto dare il via a una nuova era per l’umanità. Secondo i pensatori del tempo, il fatto di aver visto la Terra da un punto di vista esterno e reale avrebbe reso consapevoli gli uomini dell’inutilità di farsi la guerra l’un l’altro, soli com’erano su un sassolino nell’Universo. Una convinzione rivelatasi purtroppo illusoria.