Smarginature
un esperimento audiovisivo di Tony Allotta e Marsala
Un documentario sperimentale per raccontare il Fuseum, l’artista Brajo Fuso e le donne che hanno contribuito a plasmarlo.
Un artista, un luogo - la casa delle sue creature -, una storia che trapela dal cemento, dalla ceramica e dal ferro. A intessere la trama tre donne che, in modi differenti, hanno abitato o abitano il Fuseum contribuendo a plasmarne l’essenza. Un racconto che procede per frammenti, per iati e lacune, che vuole affascinare più che spiegare; un gioco di assenze e presenze impossibili; un invito a guardare con occhi nuovi ciò che abbiamo sempre visto.
Nel maggio del 2019 il Fuseum ha ospitato il laboratorio La Smarginatura, un percorso di ricerca pedagogica teatrale a cura di Tony Allotta per chi vuole indagare le forme dell'arte che consentano la libertà espressiva senza sovraesporre il creatore o la creatrice. Da questo prezioso incontro prende le mosse il progetto audiovisivo Smarginature, che coinvolge Marsala, duo artistico audiovisuale, per raccontare il Fuseum e il suo artefice, Brajo Fuso, attraverso la pratica proposta dal laboratorio: l’assenza del creatore.
Per la magia che il Fuseum ci trasmette ci sembra riduttivo relegare la sua creazione ed esistenza solo a un artista, per quanto geniale.
Siamo ricorse ad una modalità di ricerca che il laboratorio teatrale “La smarginatura” sta sperimentando, quella dell’indagine sulla molteplicità delle persone e contingenze di vite che contribuiscono alla nascita di un’opera e al suo permanere nel tempo.
Sono tre le donne che che ci sembrano contribuire in modo essenziale alla vita del Fuseum.
Bettina Rampielli, pittrice e moglie di Fuso, che riconosce in questo eccentrico dentista un artista totale, artefice insieme al marito dell'ideazione e creazione della specialissima casa sul monte Malbe.
Adalgisa, governante e tuttofare dei coniugi Fuso, che ha convissuto con le bizzarrie creative quotidiane che avvenivano nel “parco giochi d’artista”, con una cura che ancora oggi la lega a quel luogo.
Tiziana Cavallucci, che quotidianamente impiega l’arte del restauro per il mantenimento delle opere presenti e dello spazio, trasmettendo la storia e il senso del luogo a chi lo attraversa.
Attraverso gli strumenti d’artista, le sue mani si intrecciano a quelle di Brajo in una danza di gesti a quattro mani che supera i confini del tempo.