Menco e La Marianna
Menco e La Marianna
La coppia di sculture chiamata Menco e La Marianna fa riferimento a due personaggi perugini realmente esistiti. Non c’è però certezza sulla loro reale identità e, ancora oggi, il mistero resta irrisolto. Sono comunque una testimonianza poetica di come, nel mondo di Brajo Fuso, la realtà e la fantasia si mescolino insieme.
La Troscia
La Troscia
Nel magico mondo del Fuseum non poteva mancare uno specchio d’acqua. Brajo Fuso realizza questo stagno, o troscia, con un un’unica colata di cemento, dandogli una forma vicina il più possibile a quella naturale, senza escludere delle piccole isole circolari su cui prospera la vegetazione.
Il Rocolo
Il Rocolo
Nei boschi montani che circondano Montemalbe, capita spesso di trovarsi davanti a postazioni di avvistamento uccelli. Qui Brajo riprende la pratica costruendo una struttura su cui lo spettatore può salire e ammirare dall’alto la meraviglia del bosco e della sua fauna.
Il Parlamento
Il Parlamento
Questo luogo rappresenta un Parlamento immaginario, messo a capo di una società costituita da animali. Brajo Fuso fonda uno spazio utopico, dove le decisioni politiche sono prese da esseri viventi che rispettano la natura più degli umani.
Scultura mobile
Scultura mobile
Pezzi di ammortizzatori formano dei dischi sospesi a mezz’aria che producono sonorità musicali urtando tra loro. Il colore giallo ricorda le stelle, ed è come se Brajo Fuso portasse nel bosco la meraviglia del firmamento utilizzando lo stile artistico delle sculture mobili tipico del surrealismo di Alexander Calder.
Senza titolo, Anni ‘50 (prima del Fuseum)
Senza titolo, Anni ‘50, (prima del Fuseum)
Questo percorso unisce la parte centrale del parco all’area del Parlamento. Costeggiando il laghetto si arriva fino alle sculture di Menco e Marianna; tutto il percorso è costellato di elementi scultorei e oggetti realizzati con la tecnica dell’assemblage, tipica di Brajo Fuso.
La Dentata
La Dentata
Uno strumento utilizzato in agricoltura può diventare una scultura che vive di vita propria. La verticalità dell’opera le dà uno slancio che la rende somigliante a un totem magico. Le punte ci suggeriscono di fare attenzione, ma come accade per il gambo delle rose, vogliono solo preservare la bellezza che sboccia dalla sua essenza.