Mobloggetto nero
Mobloggetto nero, 1964
Nei Mobloggetti Brajo si accosta alle poetiche della Pop art. La data 1964 testimonia l’attenzione dell’artista per la contemporaneità; infatti, proprio in quell’anno, Robert Rauschenberg vinceva alla Biennale di Venezia il Leone d’Oro, sdoganando in Europa e nel mondo le poetiche statunitensi nate a seguito del Boom economico.
Carnevale
Carnevale, 1947
Il tema della maschera percorre lo stile di Brajo Fuso da sempre. In questa tela, ancora figurativa, il Carnevale allude alla gioia irrazionale dei colori e alla celebrazione della maschera come forma di liberazione totale dell’individuo.
Le Bare
Le Bare, 1980
Le forme geometriche si alternano alla pratica dell’assemblage. Le opere dell’ultima stagione di Brajo Fuso sembrano alludere al destino cui nessuno può sottrarsi. Le bare rappresentano una sorta di richiamo alla morte e ad uno spazio geometrico finale nel quale il corpo è destinato a giacere. Forse qualcosa di profetico per l’artista che scomparve in quello stesso 1980.
Donna gestuale
Donna gestuale, 1946
Nel 1946 Brajo Fuso sperimenta il dripping richiamando le tecniche di automatismo psichico dei surrealisti. In questo caso, la figura, che richiama l’esordio tradizionalista del pittore, si interseca all’astrazione gestuale rappresentando una sorta di opera di passaggio verso la fase matura.
Crocifisso
Crocifisso
Il Crocifisso di Brajo Fuso richiama il senso di povertà legato all’immagine del Cristo. In questo caso, la povertà intrinseca dei rottami arrugginiti esalta il senso di sintesi formale e restituisce il dramma del martirio tradotto nella crudezza delle catene.
Incidente stradale
Incidente stradale
Le accumulazioni di rottami sono una costante nell’arte del secondo dopoguerra. Dal francese César allo statunitense Chamberlain, fino a raggiungere Brajo Fuso, si tratta di considerare lo scarto come la possibilità di ritrovare un senso di bellezza anche nelle semplici cose.
Algeria
Algeria
L’accumulazione di frammenti lignei di scarto richiama il genere artistico del Nouveau Réalisme francese. Qui Brajo sperimenta la libertà della forma e del colore trovando un ritmo interno all’opera autonomo e fortemente espressivo.
Etruscolide
Etruscolide
Gli Etruscolidi richiamano l’antico e la tradizione celata sotto terra. Utilizzando forassiti per impianti elettrici e impasti di carta pesta e altri materiali Brajo Fuso restituisce la sensazione di oggetti appartenenti al passato archeologico sul quale in Umbria ci si muove costantemente.
Vaso tipo totem
Vaso tipo totem, 1950
L’opera fonde elementi tradizionali e di rottura. È in ceramica smaltata, frutto dell’abilità maturata da Brajo Fuso grazie agli artigiani dell’Etruria, storica impresa perugina. È colorata con tinte accese e ha forme insolite, caratteristiche che richiamano lo stile di Picasso.